Eventi del passato prossimo

Kromya Art Gallery – Lugano presenta

MARCHEGIANI – CACCIOLA
Dall’intonaco al cemento

A cura di Bruno Corà
28 aprile 2022 – 4 giugno 2022

OPENING
Giovedì 28 aprile, ore 18.00

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“Quando l’uomo sapiens non prendeva ancora granchi”

Castello Brown di Portofino – Sabato 26 Giugno 2021 alle ore 18.30

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Testo di Elio Marchegiani

Elio Marchegiani presenzierà l’evento e presenterà al pubblico l’articolo che la rivista “Arte In” gli ha dedicato nel numero di Gennaio ed il catalogo pubblicato in occasione della mostra.

… nei secoli l’oro è stato tra l’altro simbolo alchemico del Sole, della Saggezza, del Maschile, della Rivelazione, dell’Iniziazione, dello Zolfo, dell’Infedeltà e del Tradimento, mentre l’Argento è stato simbolo della Luna, di Mercurio, della Sposa, della Vergine, dello Spirito, del Femminile, del Mutabile, dell’Essenza della Fioritura, della Trasformazione e della Purificazione.

Quindi la Preziosità dell’opera si arricchisce anche di significati reconditi, di pregi intrinseci, come ho già detto, alchemici, che portano anche ad una rarità della stessa opera, che deve essere desiderata, raramente in mostra e pertanto poco disponibile.

                                                                            Elio Marchegiani

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E’ un progetto nato nel 1968 realizzato la prima volta nel 2010 alla Torre di Guevara di Ischia, dal 30 giugno 2018 in esposizione permanente nel parco del Grand Hotel Excelsior di Ischia

Vi preghiamo di leggere il testo di Salvatore Ronga che ci racconta:

la collana compie cinquant’anni e nasce a nuova vita proprio sull’isola che Marchegiani ha scelto tra i luoghi d’elezione della sua personale geografia emotiva.

Elio Marchegiani sulla terra dalla luna: la collana d’astronauta all’Excelsior di Ischia

 

4 Luglio 2018
D’amore, di morte, di arte e di libertà: Elio Marchegiani e l’omaggio (bis) all’Isola d’Ischia.
Intervista di RadioTrecciaIschiaTV 

 

Elio Marchegiani, Inservibile ventaglio, 2017

Il ventaglio inteso come opera d’arte è il protagonista della mostra organizzata e promossa dalla Fondazione Culturale Hermann Geiger nei suoi spazi espositivi, dal 31 marzo al 13 maggio 2018.

Questo accessorio, realizzato in origine come oggetto di uso quotidiano e con funzioni pratiche, nel tempo si è trasformato acquisendo vere e proprie connotazioni artistiche e talvolta significati simbolici. L’esposizione Ventagli. Creazioni d’Artista propone ai visitatori una selezione di 90 pezzi provenienti dalla raccolta di Luisa Moradei, studiosa e collezionista fiorentina. La mostra offre così un’ampia panoramica sull’arte contemporanea italiana attraverso grandi nomi e giovani emergenti, ognuno dei quali, lasciatosi suggestionare dalla storia e dagli usi del ventaglio, ha raccontato con la propria cifra stilistica questo oggetto che, così interpretato, ha abbandonato la sfera quotidiana per calarsi totalmente nel campo dell’arte.

Ho considerato il BIDONE un aristocratico cassonetto per rifiuti: rifiuti molto particolari di un particolare operare necessario a CHI è interessato al nucleare e conseguente radioattività.
Vi è sempre una giustificazione alla necessità anche quando il rischio è immenso considerando di contro che solo pochi, nel complesso dell’Umanità intera, potranno usufruire di questa necessità e del suo UTILE (vedi l’ORO) che ancora una volta privilegerà in vari modi, i suddetti pochi.
Le scritte sul coperchio sono nelle tre lingue della Comunità Europea (francese, tedesco, inglese) alle quali ho aggiunto l’Italiano.
Elio Marchegiani

io ironicamente io

Questa mostra con il suo titolo vuole evidenziare ancora di più il mio “presuntuoso” fare per far pensare ed anche il mio pensiero che: l’Arte è una scienza esatta che ha avuto la fortuna di non esserlo, ma soprattutto è un omaggio, molto particolare, a chi, da tanto tempo, cerco di capire: Mr. Albert Einstein. Ho così deciso di dedicare questo mio ultimo fare a quel suo: “fuori la lingua”.

In fondo l’Arte è soltanto un linguaggio.

Elio Marchegiani, 2017

I ironically I

This show with its title wants to put even more into evidence my “presumptuous” make to make think as well as my thought: Art is an exact science that was lucky enough not to be one, but it is above all a – very particular – homage to him whom for a long time I have been trying to understand: Mr. Albert Einstein. Thus I decided to dedicate my last make to his: “tongue out”.

After all, Art is only a language.

Elio Marchegiani, 2017

Homo ludens e magister ludi di Ingrid Schraffl ITA

Partendo dall’osservazione dell’artista al lavoro prevale l’atteggiamento ludico: è un homo ludens, un uomo che gioca. Tuttavia non gioca un gioco meramente liberatorio, fine a se stesso, bensì un gioco caratterizzato da una forte componente cognitiva, connessa a una sottostante filosofia vitale che si esprime in forma di pensiero concreto ed emozionato. Nella Roma antica la scuola era detta ludus, gioco, al pari dei giochi infantili, degli spettacoli circensi; il maestro era detto magister ludi. Evidentemente gli antichi romani avevano una concezione della scuola legata al gioco, ossia avevano intuito che il gioco è una componente fondamentale nell’apprendimento. Marchegiani gioca con tutto un mondo di cose di cui piega il significato ai fini espressivi intrinseci alla sua progettualità, ricorrendo a tutto lo spettro attinente al ludico: dal fantasioso allo scherzoso, al comico, all’umoristico, all’ironico e persino al sarcastico. Accedendo al mondo del gioco, ci si addentra in un “mondo intermedio” caratterizzato da un’illusione consapevole, per cui il rapporto con gli oggetti implica una “sospensione temporanea del mondo usuale”. Tra le più disparate classificazioni del gioco, varie tipologie si prestano ad essere sovrapposte alle creazioni di Marchegiani, soprattutto quella del gioco simbolico. Nelle opere di Marchegiani l’elemento ludico ricorre più frequentemente nella forma della trasformazione di oggetti, lo spettatore è per così dire invitato a “giocare” con l’opera stessa. La giocosità è strettamente imparentata al senso dell’umorismo e della sottile ironia, che stanno addosso a Marchegiani come un vestito fatto su misura.

Da Elio Marchegiani, Homo ludens e magister ludi di Ingrid Schraffl

Homo ludens e magister ludi di Ingrid Schraffl ENG

Starting from the observation of the artist at work, what prevails is his playful attitude: he is a homo ludens, a man who plays. However, he does not play a merely liberating game, as an end in itself, but rather a game characterized by a strong cognitive component, linked to an underlying vital philosophy expressed in the form of concrete and emotional thought. In ancient Rome, school was named ludus, i.e. play, in the same way as children’s plays and circus performances; the master was called magister ludi. Evidently, ancient Romans had a conception of school associated to play, which means that they had sensed that play is a fundamental component in learning processes. Marchegiani plays with a whole world of things whose meanings he bends to the expressive goals intrinsic in his design, by having recourse to the whole spectrum relevant to the ludic: from the fanciful to the jocular, comic, humoristic, ironic and even sarcastic. When accessing the world of play, one enters an “intermediate world”[1] characterized by a conscious illusion; that is why the relationship with objects implies a “temporary suspension of the customary world”. Among the most disparate classifications of play, different typologies are suited to match Marchegiani’s creations, manly the one of symbolic play. In Marchegiani’s works the ludic element occurs more frequently in the form of transformation of objects, the viewer is so to say invited to “play” with the artwork itself. Jocosity is closely related to the sense of humour ad subtle irony that sit well on Marchegiani like a custom-tailored suit.

From: Elio Marchegiani, homo ludens and magister ludi by Ingrid Schraffl

Mazzoleni Art di Londra inaugura la prima mostra sulla Pittura Analitica in Gran Bretagna (maggio-giugno 2016).
a cura di Alberto Fiz con catalogo Silvana Editoriale

Inaugurazione con la presentazione del  libro “perché” edito da Primo Marella Gallery, 2016, contiene nel “perché” di Marchegiani  i motivi del suo operare: il considerare dell’artista l’arte un umano linguaggio nella funzione comunicativa, ma anche non ripetitiva, né stantia, né anacronistica. Uno sguardo costante al di fuori dello studio con rari periodi di ripetizione d’opera (vedi “grammature” 1973-1979) e, come dice Alberto Fiz: “Ogni opera di Marchegiani, contiene tutte le precedenti in una sola moltitudine, il work in progress prosegue da sessant’anni senza sosta nella circolarità di un pensiero ribelle, pronto, ogni volta, a sfidare le nostre certezze e le nostre frustrazioni perbeniste

Monolite in bilico (1979) di Elio Marchegiani, era un progetto pensato per la nuova città di Gibellina e avrebbe previsto un monolite di ardesia (o lava vulcanica), rappresentante la forza della natura, poggiato in bilico su un grande uovo di travertino, simbolo di rinascita.
www.moremuseum.org
http://design.repubblica.it/2015/10/02/nuove-acquisizioni-per-more/

Art Verona 2015

La Commissione Selezionatrice del Fondo Acquisizioni Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea – composta dal prof. Luca Massimo Barbero, direttore artistico di Fondazione Domus;

dal prof. Mario Gandolfi, rappresentante di Fondazione Domus e dal dott. Guidalberto di Canossa, vicepresidente di Veronafiere –ha scelto le opere che saranno acquisite dall’Istituzione e che andranno ad arricchire le Collezioni museali scaligere.

Tra le opere scelte:
Elio Marchegiani “Grammature di colore” 1973 (Galleria Giraldi, Livorno)

31 Agosto 2015 – Mostra “GRAMMATURA-MENTE INTIMO” Ischia

Gli amici di Ischia hanno, per l’occasione del ottantaseiesimo compleanno di Elio Marchegiani, scitto un loro pensiero. Estrapoliamo dal pensiero di Maria D’Ascia: Sopra di lui, il cielo di Ischia …  dentro di lui, la sua arte.  Ecologia, etica e politica: la sua opera è esempio, legge universale,  promessa all’umanità

Pittura Analitica Ieri e Oggi è un grande progetto espositivo a cura di Alberto Fiz previsto in occasione dell’Expo nella sede della Primo Marella Gallery di Milano che analizza una delle più importanti esperienze europee attraverso due mostre. La prima indaga la Pittura Analitica negli anni settanta ed è prevista dall’11 giugno al 13 settembre, mentre la seconda, che si svolge dal 23 settembre al 26 ottobre, propone l’attualità del movimento presentando le opere a partire dal 2000. Una nuova rassegna riepilogativa delle due tappe milanesi sarà allestita alla Primae Noctis Art Gallery di Lugano dal 26 novembre 2015 al 12 gennaio 2016.

Collana d’Astronauta

Un gigantesco fantastico monile: “L’omaggio dei terrestri alla più bella creatura del Cosmo” alla Torre di Guevara di Ischia, 2010
“Tanti anni fa, dice Marchegiani, un certo Cristoforo Colombo convinto che si potesse arrivare dalla Spagna direttamente alle Indie, senza circumnavigare l’Africa, riuscì ad avere delle navi da una buona regina, e partì verso l’ignoto con la sua enorme convinzione e con delle casse misteriose che nessuno poteva toccare. Dopo diverse peripezie ormai note a tutti, Colombo riuscì alfine a sbarcare in alcune terre che egli credeva l’India, mentre in realtà altro non era che la futura America; e fu a questo punto, che le misteriose casse svelarono il loro contenuto. Portate con religiosità sulla terra sospirata, furono aperte ed il loro ventre mostrò un’infinità di oggetti e monili che riflettendo la luce del sole si illuminavano quasi, creando delle fantasiose figure ed incutendo negli indigeni un venerando rispetto verso l’uomo venuto dal mare.
In questo tempo, continua Marchegiani, si è venuta ricreando una nuova situazione di scoperta, anzi usiamo il termine esatto: conquista; la luna infatti è ormai talmente vicina con la sua realtà, che sembra quasi dietro l’angolo, ed è il primo balzo verso altri pianeti anche molto più grandi della terra. E’ solo per gli eventuali abitanti del Grande Pianeta X che ho progettato degli immensi monili. Certo, che vuoi mettere al collo di una femmina alta 60  metri? Una collana di perle di almeno 250  metri!
[…] Ma io non sono il Colombo della situazione, non sono io a dover vendere i prodotti, ad asservire gli extra-terrestri a noi. Lascio il compito a chi è giusto che lo svolga: gli astronauti.”

da “La situazione artistica in una conversazione con Elio Marchegiani” di Toti Carpentieri “La Tribuna del Salento”, Lecce, 10 gennaio 1969.

La grande scacchiera, 1976 – 1500×300 cm – installazione Bocconi Art Gallery, 2014

Viene progettata ed eseguita alla fine del 1976 su invito del Maestro Franco Farina per l’inaugurazione nel 1977 del Padiglione d’Arte Contemporanea Parco Massari di Ferrara.
A sessessant’anni dalla firma di Duchamp su “Fountain R.Mutt, 1917” che diventa così scultura  e dopo la pubblicazione nel 1975 del “Duschamp invisibile” di M. Calvesi, che evidenzia tra l’altro l’esoterismo ed il simbolismo duchampaiano, nell’imperversante polemica, di quegli anni 70, sulla concettualità dell’arte, nella costante ironia del suo operare, verticalizza l’esoterico pavimento del tempio salomonico – massonico, sottraendo ad esso la scacchiera di quel Duchamp che rappresenta pure, ed è facile comprenderne il motivo, il rifiuto di un’Arte passiva, il ritiro dell’Artista e la nascita di un Duchamp scacchista.
Sulla scacchiera e sulla sua storia e simbologia si rimanda alla ricerca del lettore.
La scacchiera, contaminata dalla “Grammatura di colore” simbolo e firma dell’artista,  un omaggio oltraggio a Duchamp?… o solamente uno dei tanti momenti di un artista ricercatore che dichiara il suo “fare per far pensare” dove l’Arte è “una scienza esatta che ha avuto la fortuna di non esserlo”