Venus, 1965, immagini tecnologiche programmate – collezione Fuij International Art Gallery, Tokio
All’inizio del 1969, non ricordo esattamente la data, un uomo americano fu selezionato da altri uomini come “superman” da lanciare, con un missile, nello spazio ultraterreste. Doveva per la prima volta allunare con un veicolo speciale: LEM, completando così il programma denominato Apollo che gli Americani vivevano in una competizione con la Russia che si preparava anche essa alla conquista della Luna. Era eclatante l’ostentazione multimediale non solo delle mega-strutture di Cape Kennedy, ma anche dei supermann yankees,, esseri supremi dominatori dello spazio celeste … fino a quando … Schweickart non starnutì all’interno del proprio casco della propria tuta spaziale. Si era ammalato di “flu”: febbre, tosse, con il naso che cola. Si comunica, tanto per salvare le apparenze, che soffra della malattia dello spazio.
A Cape Kennedy Richard Nixon e famiglia lo vanno a trovare in ospedale, mentre le televisioni divulgano la visita. Il superman si è ammalato come qualunque altro essere umano: il Presidente U.S.A lo consola (gli porta le arance?). Intanto la più grande Torre di Babele tecnologica, innalzata dall’uomo verso il cielo, vacilla: il lancio si ferma. L’Apollo 9 (multiplo di tre: numero perfetto) che implica la verifica del LEM, modulo lunare, dovrà attendere. Incredibile: un MICROBO è ancora più potente di tutta la potenza della prima Potenza mondiale. Con il futuro Apollo 10, senza sperimentazione del LEM, è impossibile sbarcare sulla Luna: si dovrà aspettare Luglio per il lancio dell’Apollo 11. La Russia sorride, mentre una MOSCA, insetto ubiquitario e cosmopolita, si lecca le zampe. E’ lei che ha contaminato Schweickart. E’ lei la nuova creatura ecumenica ministra del contagio: la fratellanza è solo nell’epidemia.
Così pensò nel 1969 e lo pensa ancora nel 2009 Elio Marchegiani ormai ottantenne.
Progetto Mercury, 1965-66 Minerva, 1967 collezione GNAM, Roma
…..Indubbiamente Marchegiani presenta delle opere che non si costituiscono in sé come oggetto artistico, ma come stimolo, come emittenti di stimoli per lo spettatore: apre pertanto il discorso ad una integrazione di fatti visivi, cinetici e sonori….. Ecco perché l’intervento entro questa tecnologia, il portare in questa tecnologia la possibilità di essere veicolo non più di un’ipotesi di irreprensibilità, ma di un’ipotesi di esistenza reale con le sue possibilità di peccato e di colpa è evidentemente un fatto di piena positività…..
Giulio Carlo Argan, dal pubblico dibattito premi 6° Biennale d’Arte Repubblica di San Marino,
“Nuove tecniche d’immagine”, Ed. Maccari, Parma, 1967.
“Il pensiero surgelato” Galleria Bonino N.Y. 1970 “Art concepts from Europe”
Far funzionare un contenitore per frozen food 40°C.
Due libri: I PENSIERI DI MAO e LA BIBBIA devono essere messi separatamente dentro due buste di plastica nelle quali verrà versata acqua: Sigillare le buste e depositarle nel contenitore per frozen food aspettando che l’acqua nelle buste con i libri diventi ghiaccio. Il ghiaccio che serve a mantenere il cibo per poterlo tramandare nel tempo, questa volta renderà inutile l’uso dei libri, che sono il mezzo di tramandare il pensiero.
L’idea deve essere estesa a tutti gli americani che hanno nella propria cucina un frigorifero con un reparto riservato ai frozen food.
“Festival d’Art Contemporain au Japon” a cura di Pierre Restany
“La cultura è energia” mostra in 5 azioni, Galleria Apollinaire, Milano, a cura di Pierre Restany;
Il Sedicente, marzo 1971
Progetto per sperimentare sotto accusa di ricettazione e furto
l’aggettivo “SEDICENTE”, una perquisizione domiciliare, una lunga attesa in camera di sicurezza, un interrogatorio.
Affittare in una strada secondaria a senso unico di un quartiere residenziale, un locale, possibilmente semi-interrato, sottostante uno stabile o una palazzina abitata in prevalenza da persone anziane.
Nel locale suddetto produrre rumori, non necessariamente nelle ore notturne.
Rincasare spesso molto tardi avendo cura di non sbattere il portone o la porta del proprio locale.
Caricare e scaricare frequentemente bagagli nella o dalla propria auto, parcheggiata possibilmente davanti al portone.
Ricevere molti amici (non necessariamente capelloni) provenienti da città diverse con veicoli (auto e furgoni) muniti di targhe di varie province.
Attendere il DECRETO di cui allegato fac-simile
Ricostruzione e disseminazione in caucciù del Campanile di San Marco, Biennale di Venezia 1972
Appunti relativi ad un progetto di scomposizione del Campanile di San Marco in Venezia in previsione della ricostruzione del medesimo dopo lo scontato secondo crollo. Dimensioni fondamentali (dati desunti da “Il Campanile di San Marco riedificato” a cura del Comune di Venezia, 1912) altezza statua m 3.685, acroterio m 1910, cuspide m 20.650, dado m 9.830, cella m 8.835, fusto m 53.800, gradini m 1.350, spigolo di base m 12.880
Ricostruzione: materiale caucciù (coefficiente di elasticità maggiorato del 78,98%, a rimbalzo di coefficiente di smorzamento 7,61% ecc.
Struttura bidimensionale esattamente riproducente in scala la vista di fronte (identica nei quattro versi)
In base ai dati dedotti dalla ricostruzione terminata nel 1912, tenuto conto del calcolo di trazione e sollecitazione del materiale di base, della resistenza alla umidità (esclusi agenti batterici a potenziale elevato) inquinamento atmosferico (+ 198%), delle acque lagunari (+ 109%), variabilità – ossidazione e successivi depositi calciformi ….(+91%), prevedo crollo nel periodo 17 – 29-VI-1982.
Analisi dei dati richiesta a Bruno D’Amore dell’Istituto di Geometria (BO).